martedì 4 aprile 2017

Il principe felice

"Se riesci a far innamorare i bambini di un libro di due, di tre, cominceranno a pensare che leggere è un divertimento. Così, forse, da grandi diventeranno lettori.
E leggere è uno dei piaceri e uno degli strumenti più grandi e importanti della vita."

(R. Dahl)

Buongiorno a voi consumatori, manca poco al 23 di aprile giorno mondiale del libro, così il vostro Advisor Shopper vi consiglia un libro di fiabe da regalare ai vostri figli, un libro è sempre un regalo utile per far avvicinare i bambini alla lettura....

"Non si nasce con l'istinto della lettura come si nasce con quello di mangiare e bere ... bisogna educare i bambini alla lettura".
(Gianni Rodari)

 
Il libro che vi consiglio contiene fiabe diverse dalle solite, ma molto belle ideali non solo per i bambini ma anche per gli adulti, “Il principe felice e altri racconti” di Oscar Wilde.




Quando ho letto per la prima volta “Il Principe felice” avevo circa 7 anni, è stata forse la mia prima lettura, le prime fiabe me le raccontava o mio nonno o mia madre, successivamente la racconta fiabe sono diventata io.

Il Principe felice era in un vecchio sussidiario di mio padre, a me piaceva sfogliarlo e leggere le storie che vi erano scritte, ma non so come mai quella del “Principe felice” è quella che più mi è rimasta in mente.
A quei tempi non sapevo neanche chi fosse Oscar Wilde, per me era uno dei tanti scrittori di fiabe per bambini, anche se fino d'allora tutte le fiabe che mi avevano raccontato iniziavano con “c'era una volta...” e finivano “...e vissero felici e contenti...”, questa era la prima volta che una fiaba iniziava e finiva in altro modo, soprattutto la fine, con la morte dei due protagonisti.

Da grande a distanza di tanti anni ho letto un altro libro Oscar Wilde, forse il più famoso, “Il ritratto di Dorian Grey”.

Prima di passare a raccontare un po' la fiaba del “Principe felice” vediamo in breve la differenza tra fiaba e favola.
Spesso usiamo fiaba e favola come sinonimi ma in realtà sono parole differenti, entrambi sono dei generi dedicati ai fanciulli: la fiaba riesce a catturare l'attenzione dei bambini, fornendogli anche un messaggio morale, mentre la favola ha anche un compito sociale importante.
In effetti, se la fiaba mette in scena storie senza tempo ne luogo in cui i personaggi, solitamente rappresentati da uomini e donne, si ritrovano ad affrontare situazioni difficili, la favola mette in scena un'ambientazione del tutto diversa, la favola è infatti un genere giocoso che, spesso, per protagonisti ha gli animali alle prese con situazioni talvolta paradossali, ma il vero elemento caratterizzante di una favola lo ritroviamo nella morale, ovvero un  insegnamento relativo all'etica o al giusto comportamento.
La favola è presente fin dall'antichità e ritrova i suoi massimi esponenti nel greco Esopo.

Le fiabe sono ad esempio: La bella addormentata, Cenerentola, Biancaneve, La bella e la bestia, Hansel e Gretel, Cappuccetto Rosso, mentre grande esponente delle favole è Esopo, la più' conosciuta è la volpe e l'uva.

"Ogni fiaba ha la sua morale. Le fiabe basta solo ascoltarle e capirne il significato.
A volte e difficile comprenderle ma con un po' di intuito si arriva a capirle e a fare così delle loro morali un insegnamento per la vita.
(Il bosco incantato: l'incontro con le fiabe)


Il principe felice è una fiaba, ma secondo me può essere considerata anche una favola, perché uno dei protagonisti è un animale, la rondine, e come tutte le favole ha una morale.

La fiaba “Il Principe Felice”, lo scrittore Oscar Wilde la volle dedicare ai suoi due figli, scritta e pubblicata nel 1888.

Oscar Fingal O'Flahertie Wills Wilde, nasce a Dublino il16 ottobre 1854 e muore a Parigi il 30 novembre 1900 è stato uno scrittore, aforista, poeta, drammaturgo, giornalista e saggista irlandese.
Suo padre William era un rinomato chirurgo e uno scrittore versatile; sua madre Jane Francesca Elgée, una poetessa e un'accesa nazionalista irlandese.
Oscar Wilde non accetta la morale vittoriana, secondo lui era soffocante, lui doveva andare controcorrente, è omosessuale, ma per le apparenze deve sposarsi, ma sarà una condizione che non durerà molto, ama la bella vita, viaggiare, questa sua particolarità la si trovano spesso nei suoi racconti e romanzi, lui ha due varianti nel suo carattere: mondano e gaudente dell'una, malinconico e compassionevole dell'altro.
Nel 1888 pubblica la sua prima collezione di storie per ragazzi "Il principe felice e altre storie", mentre tre anni dopo compare il suo unico romanzo, "Il ritratto di Dorian Gray", capolavoro che gli diede fama imperitura e per cui è conosciuto ancora oggi.


Ma vediamo la fiaba del “Principe felice”, Wilde, racconta la storia con uno stile talmente semplice, lineare, senza però rinunciare alla bellezza delle parole, nello stesso tempo riesce a colpire nel profondo e spiegare i sentimenti più complessi.
Come dicevo questa fiaba, adatta per la lettura dei bambini, si rivela anche una fiaba per gli adulti, ironica, con una sottile critica sociale, la condanna dell'egoismo umano e delle apparenze.

La città dove si svolge la storia, potrebbe essere una qualsiasi città, in una qualsiasi epoca, è quasi inverno e arriva in questo luogo una rondine diretta in Egitto, per fuggire all'inverno incombente.
Per passare la notte, si va a riparare sopra la statua dorata di un principe, che vedendo l'animale inizia a parlare con lei.
I due si raccontano la loro storia, la rondine dice di come si è separata dalle sue compagne e attardata, perché si era innamorata di un giunco e gli voleva rimanere accanto, ma essendosi accorta del suo egoismo l'aveva lasciato.
Il principe invece, racconta che lui pensava di essere stato felice, perché aveva vissuto in una gabbia dorata senza sapere della sofferenza del suo popolo, e aveva scambiato il piacere per la felicità, ma ora non lo era più, perché vedeva intorno a sé tanto dolore.
Il principe riesce a convincere la rondine a rimanere una notte, perché portasse il rubino che gli incastonava la spada, a una povera madre che non riusciva a sfamare il figlio. Così la rondine lo accontenta, ma gli ricorda che lei deve andarsene prima che inizi a nevicare.
Ma la notte successiva, il principe convince nuovamente l'animale a non partire e a portare uno degli zaffiri che erano i suoi occhi, ad un giovane che aveva freddo e fame.
La notte successiva si ripete la stessa cosa con l'altro zaffiro, e la rondinella decide di non partire più, perché senza gli zaffiri che erano gli occhi del principe, lui è rimasto cieco. La rondine, ora è i suoi occhi e gli racconta tutta la miseria dei ragazzini vagabondi, che vede nelle strade......

La statua da splendente che era, ora è opaca e scura, inizia anche a nevicare e la rondine sa che sta per morire, così bacia il principe sulla bocca l'ultima volta, gli dice addio e cade a terra senza vita.....

Il cuore di piombo del principe, si spacca in due per il dolore.
I consiglieri comunali della città, vedendo così la statua decidono di farla fondere e poi si mettono a litigare, per decidere con quale sostituirla, perché ognuno di loro, la voleva con le proprie fattezze.
Il cuore spezzato del principe però non fonde e viene buttato su un mucchio di rifiuti, dove si trova anche la rondinella morta.
Il Signore, chiede ad un angelo di portargli le due cose più preziose della città e l'angelo ritorna con il cuore di piombo del principe e la rondinella morta.
Il Signore approva, perché nel giardino del paradiso, la rondinella canterà eternamente e il principe nella città d'oro innalzerà inni a lui.

Il principe e la rondine sono delineati come degli esseri umani hanno sentimenti, s'innamorano, soffrono, aiutano gli abitanti della città, mentre gli uomini sono ciechi, non nella vista, ma nel cuore.
Non vedono, non si rendono conto del sacrificio del principe e della rondine, l'unica cosa che veramente gli interessa e di essere immortalati in una scultura, solo per la loro vanità e non per veri meriti.

In questa fiaba, non c'è il classico lieto fine come siamo abituati a leggere nelle altre fiabe, ma finisce con la morte dei personaggi, che si sacrificano per aiutare gli altri, spesso sono animali, in uno slancio di umanità, che non hanno nemmeno gli stessi uomini, Wilde fa emergere più ricchi di sentimento gli animali, o gli oggetti inanimati, come la statua del principe, che gli uomini in carne e ossa, impegnati a guardare solo la materialità delle cose, senza sforzarsi di scoprirne il significato più nascosto e sincero.

Il principe felice è una fiaba ma ha una morale come nelle più belle favole:
“la vera felicità è far felice gli altri, l’altruismo e l’onestà vengono sempre premiati. La fiaba è molto bella ed è ricca di ottimismo e di speranza, vediamo aspetti contrastanti, la ricchezza e la miseria. Il lavoro svolto dalla rondine e la generosità del principe sono una specie di ribellione verso le ingiustizie sociali che, però non riescono a risollevarsi resta comunque il messaggio di amore e altruismo che l'uomo di qualsiasi società e classe sociale non dovrebbero mai perdere.”

“Chi pensa soltanto a salvare la propria vita la perderà; chi invece è pronto a sacrificare la
propria vita per me la ritroverà.”
(Matteo 16,25)





P.S. Quando ho deciso di scrivere un post su questa fiaba ho riletto con piacere la storia ma ho scoperto anche le altre fiabe contenute nel libro "Il Principe felice e altri racconti", sono fiabe piene di sentimenti e raccontano la realtà così come la vedeva Wilde nel 1888 ma che è una realtà anche oggi nel 2017...ben 129 anni dopo...

Qui troverete in pdf le fiabe contenute in questo libro...
Se vi va scaricatele e leggetele o fate leggere ai vostri bambini...

Il pricipe felice
L'amico devoto
Il compleanno dell'infanta
Il gigante egoista
Il pescatore e la sirena
Il razzo eccezionale
Il re adolescente
L'usignolo e la rosa

 "I bambini non ricorderanno se la casa era lustra e pulita, ma se leggevi loro le favole".
(Betty Hinman)



Buona lettura...

Il vostro 
Advisor Shopper

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